SM.79: il “gobbo maledetto” in scala 1/72

Come scrivevo nell’articolo di presentazione, mi è ritornata la passione del modellismo. Qualche giorno fa mentre parlavo con uno dei miei bambini ho cercato un modello che aveva fatto mio padre con un mio piccolo aiuto. Era il modellino del famoso Savoia Marchetti SM.79, detto il “gobbo maledetto” dai britannici per la sua mitragliera da 12,7 mm nella gobba dorsale. Il kit in questione è in scala 1/72 di Italeri che qui trovate nella versione aggiornata del 2003.

Il “gobbo” di tre quarti con in evidenza il siluro e le insegne della Regia Aeronautica durante il Fascismo

Inquadramento storico

Questo kit era nella versione aerosilurante, con un piccolo falso storico. Il kit porta due siluri, il che non è un falso in se, ma il modo nel quale sono agganciati sotto la pancia è falso. Nella realtà non erano agganciati sotto la fusoliera ma nel tratto di ala tra motore e fusoliera, con un piccolo traliccio metallico. Sempre nella realtà l’aereo volava con un solo siluro per non perdere troppa velocità. Un siluro da 533 mm di diametro pesava almeno una tonnellata e mezza, per cui portarne due avrebbe significato perdere troppa velocità e diventare un bersaglio assai facile per caccia e contraerea.

Il “gobbo” visto dall’alto, nella sua configurazione di trimotore e con mimetizzazione mediterranea

Questa livrea mimetica era adatta al mare, col grigio azzurro e col verde, e la banda bianca era per il riconoscimento da parte degli aerei amici. Come testimonia l’abbattimento durante la seconda guerra mondiale dell’aereo di Italo Balbo sul cielo di Tobruk da parte della contraerea italiana durante un bombardamento inglese, le possibilità di fuoco amico erano tutt’altro che remote.

Il muso coi due siluri in evidenza. Sopra la vetrata la mitragliatrice da 7,7 mm non brandeggiabile, usata dal pilota.

Tecnica modellistica

Certo la verniciatura poteva essere più curata, e la vetrata frontale non ha evidenziate le finestrature; mi ripropongo di farlo per migliorare il modello. Da vicino ovviamente le imperfezioni risaltano, ma in un diorama alla giusta distanza le cose cambiano.

La verniciatura sembra vecchia, ma in un modello che era stato sul campo non era a sproposito. Un modello più curato avrebbe visto i contatti tra i vari pannelli stuccati e carteggiati prima della verniciatura. Certo, già così un modello costa almeno una quarantina di ore lavorative nelle sue varie fasi. Non credo che un livello di eccezione costi meno del triplo, anche se l’esperienza aiuta a ridurre i tempi, ed anche i materiali adatti fanno la loro parte.